Domenica, 10 Ottobre 2010 21:06

Quel muro a Giugliano

Scritto da  Gerardo

Diffondiamo l'articolo di Alex Zanotelli e Domenico Pizzuti, apparso su Repubblica, Napoli, 10 ottobre 2010.





Il muro di tre metri previsto per isolare le nuove abitazioni per i rom dall’ambiente circostante nell’area industriale di Giugliano, voluto dagli industriali e finanziato dalla Provincia con 300.000 euro, è certo preoccupante per il significato non solo simbolico di isolamento di una comunità umana e di esclusione sociale per una difficile convivenza, che non consente di criminalizzare un' intera popolazione per trasgressioni di alcuni che vanno certo isolati. E richiama tutte le forme di isolamento e segregazione come lazzaretti, prigioni, campi di concentramento e simili, a meno che non si tratta di recinzioni ammesse per legge. Per cause accertare con equità, liberi da stereotipi ed interessi particolari, il muro segregante segna il fallimento di tentativi di inclusione sociale e quindi di convivenza in cui la priorità va assegnata agli insediamenti umani su quelli industriali, alle case degli uomini sulle fabbriche.

Giovedì scorso una conferenza del Consiglio d’Europa sui Rom a Strasburgo ha ribadito le priorità attribuite all’inclusione sociale delle popolazioni rom e la protezione dei diritti umani in tutti i paesi dell'Unione Europea, a prescindere da razza, etnia, religione e cultura, che sono da rispettare anche per le soluzioni da adottare per lo sgombero dei campi inquinati di Giugliano. Perciò sono da mettere al centro i diritti umani delle persone quali ad un alloggio decente per la vita delle famiglie con una pluralità di soluzioni per l'accesso all'abitazione come in altre regioni, ma anche il rispetto delle norme e regole della comunità ospitante. Siamo al corrente delle iniziative pur parziali adottate da parte del Comune di Giugliano per 25 container per 120 nomadi, e così pure a Casoria ed Afragola. Insieme a sollecite politiche sociali di accoglienza con strutture abitative di vario tipo, a nostro avviso, devono soccorrere disponibilità alloggiative da parte di associazioni del Terzo settore e delle stesse Chiese cristiane del territorio se vogliono convalidare la loro testimonianza in loco.

Al di là del superamento di soluzioni edilizie che significhino isolamento e segregazione, sono da liberare le menti delle popolazioni da indifferenza, stereotipi, intolleranza ed esclusione di gruppi umani che hanno diversi stili di vita o che portano il peso di una difficile sopravvivenza per cause storiche e sociali. Di qui l’importanza di una corretta informazione sulla storia e la vita dei rom d’Europa, e di un avvicinamento personale. Il Rom che significa “persona o uomo” è tuo fratello e sorella nell’umanità e nelle aspirazioni di vita.


Repubblica, Napoli, 10 ottobre 2010, p. XXII

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